Lo studio mi aiuta a vivere
2018-07-02Lettera al MIUR – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
2018-09-21Lo studio mi aiuta a vivere
2018-07-02Lettera al MIUR – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
2018-09-21Vanessa Vaccaro: Facebook
Francesca è una giovane donna, forte, in gamba e determinata! Francesca soffre di una malattia rara, il deficit di adenilsuccinatoliasi, un enzima necessario per la produzione dell’energia cellulare sottoforma di ATP; Francesca produce il 40%in meno di questa energia.
Nonostante questo Francesca con il sostegno dei suoi splendidi genitori, Carmela e Antonio e delle persone che le stanno quotidianamente intorno non si è mai arresa, ha continuato a studiare, conseguendo prima il diploma dì maturità scientifica, e intraprendendo poi l’università:medicina! Francesca sa che la sua patologia non le permetterà mai di fare il medico, ma sa anche che per lei studiare è vita, è ossigeno, per mantenere il suo cervello attivo! Nonostante i dolori, le crisi, le difficoltà ad esprimersi, a parlare e tutti gli annessi e connessi che una patologia del genere le danno Francesca tutti i giorni si sveglia e apre i libri, studia…questo,non si sa per quale motivo scientifico visto che della sua patologia come tutte le patologie rare si conosce ben poco,le ha permesso di arrivare a 34 anni quando i medici da sempre le avevano dato non più di 20 anni di vita.
Francesca si trova giorno dopo giorno ad affrontare battaglie, non quelle della malattia, ormai a quelle ci è abituata, ma a quelle contro una società che ho l’obbligo di definire nazista, una società per la quale se non sei perfetto,”ariano”,allora sei inutile; e non servono camere a gas, ghetti, esecuzioni, si può far morire in mille modi una persona, ad esempio non permettendole di studiare,sbarrandole continuamente una strada già in salita,a quanto pare per non creare il “caso”.
Io vorrei dire pubblicamente quello che oggi ho detto in un’aula universitaria a professori che FINGONO di non capire: è vero che ci sono delle regole e che sono fatte per essere rispettate,ma quando si parla di materiale umano abbiamo il dovere morale di essere più flessibili, perché li dove la medicina non può arrivare si dovrebbe far posto all’UOMO, è vero che ci possono essere delle direttive, ma bisogna avere anche il coraggio di non seguirle, il coraggio di non girarsi dall’altra parte, di fare la cosa giusta anche quando non è facile farlo perché come disse qualcuno “il mondo è quel disastro che vedere,non tanto per i guai combinati dai delinquenti ma per l’inerzia di quelli che se ne accorgono e stanno lì a guardare”.
Oggi mi è stato detto “ ma che ne sai tu che lo studio le fa bene? Secondo me non è così, fatele fare altro” e alla mia risposta “lei cosa ne sa che invece non è così? Ha mai provato a passare un pomeriggio con lei? Ha mai provato ad apprezzarne gli sforzi o si è limitato a giudicarla in sede di esame, quando magari, in quel momento ha una crisi?”
Silenzio…assordante…indifferente
Ma Francesca non si arrende e noi con lei, sorride e non si abbatte, e mentre voi dall’alto delle vostre lauree parlate di verità, lei ha già insegnato tutto,lei ha già vinto tutto